La successione ereditaria

La successione a causa di morte è il procedimento giuridico attraverso il quale il patrimonio di una persona deceduta viene trasmesso ai suoi eredi. In Italia, il diritto civile disciplina questo delicato momento attraverso norme che stabiliscono regole e procedure specifiche. Questo articolo introduce le principali caratteristiche della successione ereditaria nel contesto del diritto civile italiano.
Tipologie e modalità della successione
Innanzitutto, è fondamentale sottolineare che la successione ereditaria può avvenire:
1) secondo le disposizioni di ultima volontà racchiuse in un testamento, e sarà dunque una successione testamentaria, regolata dalla volontà del de cuius e dalle relative norme del codice civile;
2) mentre in assenza di testamento si avrà una successione legittima, cioè regolata dalla legge.
Nel caso di successione testamentaria, il defunto ha predisposto un atto scritto, il testamento, nel quale ha espresso le proprie ultime volontà, tipicamente in ordine alla distribuzione del proprio patrimonio, ma non solo.
Nel caso in cui non vi sia testamento, la successione è definita “legittima”, o intestata (dall’espressione latina ab intestato, ovvero senza testamento) ed è quindi la legge (in particolare il codice civile) che stabilisce chi sono i chiamati all’eredità e come il patrimonio debba essere tra loro ripartito.
I soggetti della successione
I soggetti principali coinvolti in una successione ereditaria sono, appunto, i chiamati all’eredità ovvero i soggetti, persone fisiche o giuridiche, individuati dal testamento e/o dalla legge a succedere al defunto.
I chiamati all’eredità e gli eredi
È importante distinguere la figura del chiamato all’eredità da quella dell’erede propriamente detto: in sostanza il chiamato è il soggetto nominato nel testamento (laddove ci sia il testamento) o individuato dalle norme del codice civile in tema di successione, a cui è destinata una quota (o in determinati casi l’intero) del patrimonio della persona defunta. Il chiamato all’eredità non diventa erede automaticamente ma ad esito di una dichiarazione espressa o di alcuni comportamenti, e questo in ossequio al principio generale per cui ciascuno è libero di determinare le modifiche della propria sfera giuridica: il chiamato all’eredità è cioè libero di accettare o di rinunciare all’eredità.
(qui trovi approfondimenti su accettazione tacita, espressa, beneficiata e rinuncia)
Gli eredi legittimi e gli eredi testamentari
Un’altra distinzione determinata dalla presenza o meno di un testamento si ha tra:
- eredi legittimi, cioè i soggetti cui la legge prevede che venga destinato il patrimonio del defunto, anche in assenza di disposizioni di ultima volontà e sono parenti stretti del defunto (coniuge, figli, genitori), o
- eredi testamentari, designati espressamente dal de cuius nel testamento. Nel caso in cui non ci siano eredi testamentari o legittimi, il patrimonio ereditario può essere devoluto allo Stato.
Gli eredi legittimi (cioè previsti dalla legge) sono i parenti sino al sesto grado, fermo il principio per cui il grado di parentela più prossimo esclude quello più remoto, per cui laddove ci siano figli sono loro a succedere nel patrimonio del proprio genitore escludendo (per esempio) i propri figli (nipoti del genitore defunto).
Mentre gli eredi testamentari sono i soggetti fisici o giuridici (perchè anche le società o più di frequente le fondazioni e gli enti benefici possono essere designati quali eredi) indicati dal testatore come beneficiari di una quota ereditaria, o in alcuni casi dell’intera eredità.
Un equivoco comune: la differenza tra eredi legittimi ed eredi legittimari
Il diritto civile italiano riconosce il principio della “riserva di legittima”, il quale assicura che una parte del patrimonio ereditario sia riservata agli eredi che vengono denominati legittimari. La quota di legittima varia a seconda della composizione della famiglia del defunto, ma generalmente è destinata a coniuge e figli. Questo significa che il testatore non può disporre liberamente della totalità del suo patrimonio, ma deve rispettare la quota di legittima spettante ai soggetti individuati dalla legge come legittimari.
Come si ereditano i beni del defunto?
Un aspetto cruciale della successione ereditaria è la dichiarazione di successione. Questa dichiarazione deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate, di norma entro 12 mesi dalla data del decesso del de cuius. La dichiarazione di successione include informazioni dettagliate sul patrimonio del defunto, sugli eredi e sulle eventuali disposizioni testamentarie.
Va notato che nel corso degli anni sono state apportate diverse modifiche al quadro normativo della successione ereditaria in Italia. Le riforme hanno mirato a semplificare le procedure e a garantire una distribuzione equa del patrimonio, anche in considerazione delle nuove dinamiche familiari e sociali.
In conclusione, la successione ereditaria nel diritto civile italiano è un processo complesso (cioè composto di diversi passaggi formali) e piuttosto regolamentato. La presenza o l’assenza di un testamento, la tipologia di eredi e la riserva di legittima sono elementi determinanti per stabillire come il patrimonio di una persona defunta sarà distribuito. La dichiarazione di successione rappresenta un passo essenziale per formalizzare questo processo, assicurando l’effettività della successione ereditaria.